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Lo Yo-Yo degli Dei: Quando l’Antica Grecia Inventava il Gioco del Futuro

Quando pensiamo all’antica Grecia, ci vengono subito in mente grandi filosofi come Socrate, Platone e Aristotele, oppure maestosi templi dedicati a divinità affascinanti come Zeus, Atena e Apollo. Ma l’eredità culturale dei Greci non si limita alla filosofia, all’architettura o al teatro. Anche il mondo del gioco, dell’infanzia e dell’intrattenimento affonda le sue radici proprio in questa straordinaria civiltà. Tra le tante invenzioni meno note — ma non per questo meno sorprendenti — vi è lo yo-yo, considerato uno dei giocattoli più antichi della storia.



Un giocattolo con 2500 anni di storia

Secondo fonti storiche e ritrovamenti archeologici, lo yo-yo sarebbe nato intorno al 440 a.C. in Grecia. Anche se il suo aspetto può sembrarci semplice e moderno, la sua origine è davvero affascinante. Gli esemplari rinvenuti erano composti da due dischi di legno, metallo o terracotta dipinta, uniti tra loro da un asse attorno al quale si avvolgeva una cordicella. Il concetto, in fondo, è lo stesso di oggi: si lancia lo yo-yo verso il basso tenendo il filo, e questo risale grazie al movimento rotatorio e alla tensione del filo stesso.

Ma non si trattava solo di un passatempo: in molti casi, lo yo-yo era anche un oggetto decorativo o simbolico. Alcuni esemplari erano finemente dipinti con immagini degli dei dell’Olimpo, altri invece mostravano scene della vita quotidiana, rivelando abitudini, abbigliamento e attività comuni dell’epoca. Questi piccoli manufatti diventano così una preziosa fonte di conoscenza per gli archeologi e gli storici dell’arte.



Non solo guerre e miti: il lato quotidiano della Grecia antica

Siamo abituati a immaginare l’antica Grecia come un teatro epico di guerre leggendarie, come quelle di Troia o delle Termopili, o come il palcoscenico di gesta eroiche narrate da Omero. Tuttavia, gli oggetti come lo yo-yo ci ricordano che anche i bambini dell’antichità giocavano, ridevano, si annoiavano e cercavano svago, esattamente come accade oggi.

Nelle case greche, lo yo-yo era un giocattolo molto diffuso. A volte era anche utilizzato in riti di passaggio: ad esempio, alcuni giovani greci offrivano i loro yo-yo al tempio come gesto simbolico della fine dell’infanzia. Questo elemento ci fa intuire che, pur essendo semplice nel suo utilizzo, lo yo-yo poteva avere anche una valenza culturale e rituale. Era parte di un universo domestico e sociale ricco di sfaccettature, spesso trascurato nei manuali scolastici che privilegiano battaglie e trattati filosofici.



Dallo yo-yo greco a quello moderno

Dopo la Grecia, lo yo-yo compare in diverse culture, tra cui quella cinese e filippina, con forme e nomi differenti. Il nome “yo-yo”, così come lo conosciamo oggi, appare solo molto più tardi, nel XIX secolo, e viene popolarizzato negli Stati Uniti negli anni ’30 grazie all’imprenditore filippino Pedro Flores, che ne commercializzò una versione moderna. Tuttavia, la forma base e il principio di funzionamento sono rimasti invariati per millenni. Un perfetto esempio di come un’idea semplice e geniale possa resistere alla prova del tempo.



Il gioco come specchio della civiltà

Spesso tendiamo a separare la storia “alta”, fatta di re, guerre, leggi e conquiste, dalla storia “bassa”, quella della quotidianità, della gente comune, dei piccoli oggetti. Ma è proprio da questi ultimi che possiamo scoprire aspetti inediti di un popolo. Il gioco, infatti, è uno dei primi strumenti di apprendimento, socializzazione e rappresentazione della realtà.

Attraverso lo yo-yo, entriamo in contatto con un’idea affascinante: la cultura non vive solo nei templi e nei manoscritti, ma anche nei cortili dove i bambini giocavano, nei salotti domestici, nei gesti semplici. È uno sguardo umano, concreto, spesso ignorato nei racconti ufficiali, ma che ci racconta con grande vividezza la bellezza della normalità antica.



E domani… i boardgames dell’antichità?

Lo yo-yo, come abbiamo visto, è solo uno dei tanti giochi praticati nell’antica Grecia. Ma non era il solo. Esistevano anche giochi da tavolo, forme rudimentali di quello che oggi chiameremmo boardgames. Alcuni ricordano il gioco del filetto, altri la dama, altri ancora sembrano rompicapi matematici. Un universo ludico antico tutto da esplorare. Ma questa è un’altra storia, che magari affronteremo con qualche esperto in una futura puntata…


Curiosità finale: Alcuni storici ritengono che lo yo-yo non fosse usato solo dai bambini, ma anche da adulti per esercizi di destrezza o come passatempo meditativo. Chissà se qualche filosofo greco, tra un ragionamento e l’altro, si divertiva con un piccolo yo-yo mentre rifletteva sull’essenza dell’essere?

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