Tom Holland e Telemaco: il figlio che cerca il padre
- Edoardo Poveromo
- 5 giorni fa
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In The Odyssey, accanto alla figura maestosa e controversa di Odisseo, c’è un altro personaggio la cui storia merita attenzione: Telemaco, il figlio. La sua vicenda, spesso in ombra rispetto all’epopea paterna, è in realtà una delle prime narrazioni di crescita della letteratura occidentale: un giovane che parte per cercare il padre e finisce per diventare uomo.
Con l’annuncio del film The Odyssey di Christopher Nolan, se davvero sarà Tom Holland a interpretare Telemaco, la scelta non appare affatto casuale. Holland, divenuto celebre come Spider-Man, ha già dato volto a personaggi adolescenti costretti a crescere in fretta, segnati dall’assenza di figure paterne, in bilico tra innocenza e responsabilità.
In questo articolo analizziamo come i ruoli di Holland — da Peter Parker a Nathan Drake — riflettano in modo sorprendente il mito di Telemaco, e perché Nolan potrebbe aver visto in lui il volto ideale del figlio perduto.
Telemaco: il viaggio prima del viaggio
Nel poema omerico, Telemaco è il primo a mettersi in viaggio, prima ancora del padre. Giovane e inesperto, decide di lasciare Itaca per cercare notizie di Odisseo. Questo lo rende protagonista di una delle prime “bildungsroman” della storia: il romanzo di formazione.
“Va’, Telemaco, e cercalo: perché l’uomo cresce solo cercando.” – Omero, Odissea, II.269 (rielaborazione)
Il suo è un viaggio fatto di incertezze, incontri, dubbi. Da ragazzo timido e passivo, Telemaco diventa progressivamente sicuro, autonomo, capace di parlare e agire come un uomo. E proprio questa evoluzione è il cuore di molti dei ruoli di Tom Holland.
Peter Parker / Spider-Man: l’adolescente eroe
Il ruolo più celebre di Holland è senza dubbio quello di Peter Parker nell’Universo Marvel. Un ragazzo comune che si ritrova, all’improvviso, a dover reggere il peso del mondo. La sua trasformazione da adolescente impacciato a supereroe responsabile ricalca perfettamente il cammino di Telemaco.
Peter è segnato da un’assenza paterna (la morte di zio Ben, la distanza da Tony Stark), e cerca figure adulte da seguire. Il rapporto con Stark, in particolare, ricorda quello tra Telemaco e gli anziani dell’epoca, come Nestore o Menelao: padri sostitutivi che lo guidano, ma non possono sostituire il padre vero.
“Se non sei pronto a essere l’uomo, allora non meriti il costume.” – Tony Stark a Peter Parker
Come Telemaco, anche Peter capisce che diventare uomo significa assumersi delle responsabilità, spesso dolorose. Non bastano i poteri: serve la scelta morale.
Nathan Drake in Uncharted: il giovane avventuriero
In Uncharted (2022), Holland interpreta Nathan Drake in una fase giovanile. Ancora inesperto, impulsivo, deve imparare il mestiere dell’avventuriero accanto al mentore Sully. Anche qui torna la dinamica figlio/maestro, la necessità di imparare attraverso errori, viaggi, tradimenti.
Nathan è orfano, cerca un fratello, un senso di appartenenza: una ricerca familiare che riecheggia il vuoto di Telemaco, cresciuto senza padre, circondato da pretendenti ostili e da una madre che attende.
“Non so da dove vengo davvero. Ma voglio scoprire chi sono.” – Nathan Drake
La ricerca di identità attraverso il viaggio è centrale sia per Telemaco che per i personaggi di Holland.
Cherry, Chaos Walking e oltre: l’identità fragile
Holland ha anche interpretato ruoli più cupi e drammatici, come in Cherry (2021), dove dà vita a un ex soldato affetto da PTSD e tossicodipendenza, o in Chaos Walking (2021), in cui è un ragazzo in un mondo dove tutti possono sentire i pensieri altrui.
In tutti questi ruoli, emerge un tratto comune: la fragilità giovanile. I personaggi di Holland sono spesso spaesati, in lotta contro se stessi, e devono imparare a navigare un mondo ostile, come Telemaco tra i pretendenti e le corti straniere.
Il Telemaco di Nolan: una figura chiave?
Nolan è un regista noto per le narrazioni fratturate, i rapporti padre-figlio (Interstellar, Tenet), e gli eroi tragici. In The Odyssey, potrebbe trovare in Telemaco non solo un personaggio secondario, ma una vera e propria chiave di lettura emotiva dell’intero poema.
Con Tom Holland, Nolan ha a disposizione un interprete capace di trasmettere crescita, vulnerabilità, senso di ricerca. Potrebbe essere proprio lui a introdurci nel mondo del film, raccontando la guerra di Troia attraverso i racconti degli altri, come accade nell’Odissea.
E chissà che non sia proprio Telemaco, e non Odisseo, il personaggio che cambia di più.
“Non sono più un bambino, madre. Non posso aspettare che torni. Devo andarlo a cercare.” – possibile battuta di Telemaco nel film (immaginata)
Telemaco oggi: perché ci parla
La storia di Telemaco è più attuale che mai: parla di giovani in cerca di padri, reali o simbolici, e del bisogno di trovare una direzione nel caos. È il racconto di ogni adolescente che deve passare dall’imitazione alla scelta, dalla dipendenza alla responsabilità.
Tom Holland, con il suo volto pulito, lo sguardo insicuro ma determinato, incarna perfettamente questa transizione. I suoi personaggi crescono davanti ai nostri occhi, ed è forse questo il motivo per cui il pubblico si identifica così profondamente con lui.
Se Matt Damon è il perfetto Odisseo moderno — razionale, stanco, in viaggio — Tom Holland è il nostro Telemaco contemporaneo: giovane, in cerca, ancora fragile ma pronto a diventare adulto.
Nel The Odyssey di Nolan, l’incontro tra questi due potrebbe essere l’emozione centrale. Un padre che ritorna cambiato. Un figlio che non è più un bambino. E, forse, entrambi si scopriranno diversi da come si ricordavano.
Perché, come ci insegna l’Odissea, non si torna mai a casa davvero, se non dopo essere passati attraverso il mare del cambiamento.