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  • Immagine del redattorePierluigi Cuccitto

GIGE e SAURON: un legame INTENSO

L’Anello del Potere, la massima espressione della potenza di Sauron e oggetto chiave del Signore degli Anelli, da molti è inteso essere ispirato all’Anello dei Nibelunghi della saga nordica.

Ma è davvero così?


Da Platone a Tolkien

In una lettera alla sua casa editrice, il 23 febbraio 1961, Tolkien fu chiaro al riguardo: “entrambi gli anelli erano rotondi e lì finisce la somiglianza”.

L’ispirazione per l’Anello del Potere, invece, la troviamo nel mondo Classico, in Platone.

Ne la “Repubblica” troviamo un anello magico che finisce in mano al personaggio di Gige, e davvero vi è una similitudine notevole tra i due oggetti. Entrambi donano l’invisibilità.

Vediamo la descrizione dell’Anello di Gige:

“Mentre sedeva tra tutti gli altri, casualmente, gli capitò di ruotare il castone dell’anello verso di sè, all’interno, verso il palmo della mano e, detto fatto, divenne invisibile a quelli che gli sedevano a fianco, i quali parlavano di lui come se se ne fosse andato”.

Ecco come Bilbo, ne Lo Hobbit, si accorge del potere dell’Anello di Gollum:

L’anello gli sembrò molto freddo mentre si infilava quietamente nell’indice che lo andava cercando(…) Aveva la testa in un turbine di speranza e meraviglia. Sembrava dunque quell’anello fosse magico: rendeva invisibili!”

Tra i due anelli c’è però una grande differenza: l’Anello del Potere, avendo in sé gran parte dell’essenza di Sauron, ha una volontà sua propria. “Consiglia” più volte Frodo a infilarlo, scivola di mano a Isildur, tradendolo.

L’anello di Gige è un “semplice” strumento magico, che serve al suo possessore per avere vantaggi personali.

Entrambi gli anelli, però, rendono chiara la volontà di predominio di chi li ottiene: Gollum uccide per avere l’Anello, perché gli pareva bellissimo, mentre Gige “appena ebbe la certezza di questa eccezionale proprietà, si diede subito da fare per essere accolto nella delegazione che doveva recarsi dal re, e, come giunse alla sua corte ne sedusse la moglie, e, col suo aiuto, tramando ai danni del sovrano, riuscì a ucciderlo e, in tal modo, a impossessarsi del potere”.

La pericolosità di entrambi gli anelli intacca anche coloro che cercano di fare del bene: Boromir  vuole salvare la sua città, Minas Tirith, ma per farlo cerca di rubare l’Anello a Frodo; e ne la Repubblica Glaucone sostiene che “se di questi anelli ne esistessero due, e l’uno lo infilasse il giusto, e l’altro l’ingiusto, sta’ certo che nessuno sarebbe a tal punto integro da restar saldo nella giustizia”.

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