Percezione delle dipendenze nell’antica Grecia: tra vizio, equilibrio e destino
- Pietro Marinangeli
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 4 min
Quando pensiamo al concetto di “dipendenza” oggi, lo associamo spesso a patologie croniche, alla neurochimica del cervello, alla sanità pubblica. Ma nell’antica Grecia, la percezione di ciò che oggi chiameremmo dipendenza era molto diversa. Non perché non ci fossero sostanze psicoattive o comportamenti compulsivi — anzi — ma perché il modo in cui i Greci spiegavano questi fenomeni passava attraverso la morale, la filosofia e persino la religione.
Dall’alcol alle passioni amorose, dal gioco alla mania mistica, gli antichi Greci avevano ben presente il rischio dell’eccesso. Ma più che considerarlo una “malattia”, lo leggevano come un fallimento del controllo razionale o come l’effetto di una punizione divina. In questo articolo esploriamo come le antiche menti elleniche hanno interpretato ciò che oggi chiamiamo “dipendenze”.
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