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Tempo tra Chrono e Rolex: da misura a status

Prima di tuffarci in questo lungo ed interessante discorso vorrei fare una premessa a tutti i lettori: l’orologio ai giorni d’oggi non è un semplice strumento per osservare il tempo, ma un oggetto che dà valore al tempo stesso.



Le origini: Le meridiane e la misurazione solare

Sin dai tempi antichi le forme primitive di orologio, dette meridiane, le quali, allineate al sole, utilizzavano la rotazione della Terra per misurare il tempo, erano fondamentali per le popolazioni. Soprattutto per suddividere la propria giornata in ore e non basarsi solamente sul levar e calar del sole.



L’evoluzione: Dalla clessidra all’orologio ad acqua

La meridiana venne usata per secoli e secoli, fino all’avvento della clessidra, inventata attorno al 150 a.C. Al contrario del precedente metodo di misurazione, era solitamente più minuta e tascabile, e non usava la nostra grande stella come punto di riferimento, ma bensì la sabbia o addirittura l’acqua nei modelli di derivazione romana, cambiando in meglio un mondo ancora nascente, che sboccerà alla fine del Settecento.



La Grecia antica e l’ingegno dell’orologio a scappamento

Con il passare degli anni, mentre la tecnologia si evolveva sempre di più, gli antichi Greci cercavano un modo per rendere più precisa la misurazione del Chronos. Idearono attorno al III secolo il primo orologio a scappamento alimentato ad acqua, simile a quello degli odierni orologi a pendolo, collegato ad un movimento intermittente. Finalmente un’opera orologeristica degna di essere chiamata tale.



L’orologio come strumento popolare

Questi primi paragrafi ci fanno intendere come, prima dell’avvento del lusso e dello “status”, le prime forme di orologeria, se così si possono chiamare, erano semplici, accessibili e chiare.



Il Medioevo e la nascita dell’orologio meccanico

I secoli passano e l’orologio non cambia più di tanto, o forse no. La nostra prossima fermata è nel XIV secolo, in pieno Medioevo. In un’epoca segnata da conflitti e carestie c’è un bagliore di luce, anzi, di metallo. Vi presento il primo vero e proprio orologio meccanico, con movimento a scappamento a verga, corredato da bilanciere e un semplice movimento.



Il pendolo: simbolo di precisione ed élite

Data l’inadeguatezza degli strumenti medievali per lavorare in modo preciso su piccole superfici, non inizieremo a vedere dei meccanismi più complicati non prima del 1656, anno della realizzazione dell’orologio a pendolo. Destinato soprattutto ai nobili e ai più ricchi, molto spesso placcato in oro, con al suo interno materiali pregiati e meccanismi intricati. L’orologio a pendolo sanciva l’inizio di un grande progresso ingegneristico e meccanico. E fu così, ma invito tutti a non dimenticarvi degli orafi che diedero la loro vita al progresso. Difatti, ogni giorno respiravano enormi quantità di vapori di piombo e mercurio per realizzare orologi.

Nel 1656, Christiaan Huygens inventò l’orologio a pendolo, il più preciso all’epoca, con un margine di errore inferiore a un minuto al giorno.


L’orologio da tasca e la nascita del lusso moderno

Andiamo avanti di altri 200 anni, più precisamente a metà dell’800, quando dopo anni di sperimentazioni, fallimenti e piccoli grandi passi, l’orologio a pendolo divenne obsoleto. Era diventato ormai ingombrante e “vecchio” (una vera gara a chi ce l’ha più piccolo, come fece Steve Jobs con l’iPod). E così nacque l’orologio da taschino, l’epitome dell’eleganza maschile, un accessorio cruciale per un gentiluomo dell’epoca. Piccolo, dorato ed elegante, con un orologio da taschino non si passa inosservati. Qui possiamo osservare un’evoluzione: un orologio che non solo misura il tempo, ma dà un valore al tempo stesso. Ed è qui che inizia ad essere visto come un investimento e status symbol.



Le grandi maison dell’orologeria e l’idea rivoluzionaria di Breguet

Marchi come:

  • Vacheron Constantin

  • Patek Philippe

  • Audemars Piguet

  • Cartier

  • Blancpain

Capirono la necessità del pubblico di avere uno status symbol, cercando sempre un’alternativa migliore o comunque diversa dalla precedente. Ma un marchio riuscì meglio degli altri: Breguet, maison parigina, si pose una domanda: “E se iniziassimo a portare l’orologio sul polso?”

Breguet si rispose da sola, dando l’occasione alla regina di Napoli di detenere il primo orologio da polso della storia.

Citazione: “Secondo gli archivi di Breguet, nel 1812 Abraham-Louis Breguet realizzò per Carolina Murat, regina di Napoli, il primo orologio da polso documentato della storia.”

Vorrei citare gli archivi di Breguet: un orologio di rara raffinatezza con cassa ovale sottile montato su un bracciale di capelli intrecciati con fili d’oro.



La rivoluzione ROLEX e la cassa Oyster

Più in là molte altre maison, svizzere, francesi ed italiane vennero fondate, ma una spiccava tra tutte: ROLEX. Una “house” di orologi fondata da Hans Wilsdorf a Londra, in seguito trasferita in Svizzera, più precisamente a Ginevra (patria dell’orologeria).

ROLEX ha una visione: un orologio resistente all’acqua, tasto dolente degli orologi di quell’epoca. Così la maison brevetta la cassa OYSTER (ostrica), munita di guarnizioni a tenuta stagna per evitare l’entrata di acqua e umidità.

Da veri geni del marketing, decisero di promuovere questa nuova scoperta assieme a Mercedes Gleitze, prima donna ad attraversare il Canale della Manica a nuoto.

Nel 1927, Mercedes Gleitze nuotò nel Canale della Manica indossando un Rolex Oyster. Il suo orologio uscì dalla prova perfettamente funzionante.


Il dopoguerra e la nascita dell’orologio come investimento

Entrambe le guerre mondiali caddero come un macigno su una lastra di vetro, rallentando molto il progresso in tutti gli ambiti della tecnologia. Però, con il passare del tempo, l’inizio del sogno americano e i boom economici del dopoguerra, iniziò una nuova era per l’orologeria: quella dell’investimento.

Gran parte della popolazione mondiale all’epoca poteva permettersi un orologio: da un Seiko con movimento al quarzo a un Patek Philippe “Ore del Mondo”. Questo fenomeno permise alle maison di concentrarsi sul rendere i propri orologi più complicati, sontuosi ed eleganti, spaziando dalle semplici lancette di ore e secondi, plasmando leggende come:

  • lo Speedmaster

  • il Daytona

  • il Day-Date

  • il Royal Oak

  • il Calatrava

  • il Nautilus

  • l’Aquanaut



Il presente e l’influenza dei media

Ai giorni d’oggi il progresso non ha fine, è un mondo in continua evoluzione con appassionati da ogni angolo del mondo che investono in questo ambito da tempo, buttando un occhio non solo sull’orologio stesso ma sul lavoro che c’è dietro e il suo valore, affettivo o monetario che sia.

È obbligatorio dire che anche i media, i film e le persone influenti hanno un’impronta non da poco sull’orologeria: personaggi come Paul Newman, John Mayer, Lady Diana, la Regina Elisabetta e quant’altro.



Conclusione: Il tempo come valore e stile

Un mondo davvero fantastico, pieno di sorprese e colpi di scena, degno di essere raccontato.

“Non indosso un orologio per vedere il tempo, ma per far vedere che il mio tempo vale.”

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