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Campi Flegrei e Antica Grecia: come reagivano i greci alle scosse sismiche?


Un risveglio tellurico: la scossa del 13 maggio 2025

Nella tarda mattinata del 13 maggio 2025, alle ore 12:07, una scossa di terremoto di magnitudo 4.4 ha colpito l’area dei Campi Flegrei, con epicentro nel golfo di Pozzuoli a una profondità di 3 chilometri. Il sisma è stato avvertito distintamente a Napoli e nei comuni limitrofi, generando momenti di apprensione tra la popolazione. Pochi minuti dopo, alle 12:22, si è verificata un’altra scossa di magnitudo 3.5. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’area è attualmente interessata da uno sciame sismico in corso. 



La percezione dei terremoti nell’antica Grecia


Tra mito e realtà: Poseidone, il dio dei terremoti

Nell’antica Grecia, i terremoti erano spesso attribuiti all’ira degli dei. In particolare, Poseidone, dio del mare, era anche considerato il “scuotitore della terra”. Si credeva che, colpendo il suolo con il suo tridente, causasse terremoti e maremoti. Questa visione mitologica rifletteva la necessità di spiegare fenomeni naturali imprevedibili attraverso il pantheon divino.


Le prime spiegazioni scientifiche: Talete e Aristotele

Con l’avvento della filosofia naturale, alcuni pensatori greci iniziarono a cercare spiegazioni più razionali per i terremoti. Talete di Mileto, nel VI secolo a.C., ipotizzò che la Terra galleggiasse sull’acqua e che i terremoti fossero causati dal movimento di questa massa liquida. Aristotele, nel IV secolo a.C., propose una teoria secondo cui i terremoti erano provocati da venti intrappolati nelle cavità sotterranee della Terra, che, cercando una via di fuga, scuotevano il terreno. 


L’influenza di Aristotele nel pensiero successivo

La teoria aristotelica dei “venti sotterranei” ebbe una lunga influenza, perdurando fino al Medioevo. La sua visione naturalistica dei fenomeni terrestri rappresentò un passo importante verso una comprensione scientifica dei terremoti, sebbene ancora lontana dalle conoscenze moderne.



Reazioni sociali e culturali ai terremoti


Riti e sacrifici per placare gli dei

In risposta ai terremoti, le comunità greche spesso organizzavano riti e sacrifici per placare gli dei offesi. Queste cerimonie avevano lo scopo di ristabilire l’ordine e la protezione divina, rafforzando al contempo la coesione sociale.


L’importanza della memoria collettiva

I terremoti venivano tramandati oralmente e attraverso iscrizioni, contribuendo alla memoria collettiva delle comunità. Questi racconti servivano sia come monito che come strumento educativo per le generazioni future.



Un ponte tra passato e presente

L’evento sismico del 13 maggio 2025 ai Campi Flegrei ci ricorda quanto i terremoti siano parte integrante della storia umana. Dall’antica Grecia a oggi, l’uomo ha cercato di comprendere e convivere con questi fenomeni naturali, passando da spiegazioni mitologiche a interpretazioni scientifiche. La nostra capacità di affrontare i terremoti continua a evolversi, ma la necessità di preparazione e resilienza rimane costante.

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