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  • Immagine del redattoreFrancesco Calvi

GIOCHI DA TAVOLO: FORTUNA e DESTREZZA

Editoriale

di Armando Di Bucchianico

Quarto appuntamento della rubrica settimanale curata dall'autore e critico ludico Francesco Calvi che, ogni venerdì, si interroga sul rapporto tra Antica Grecia e Giochi da Tavolo. Oggi approfondimento sulle prime forme di giochi di destrezza e di fortuna, alle basi degli oggi diffusissimi giochi d'azzardo.


Gli Astragali erano diffusissimi, presso tutte le classi sociali, per fare giochi sia di fortuna che di destrezza, oltre che a essere usati in campo divinatorio.


Per praticare i giochi di destrezza ed alcuni giochi di fortuna, venivano usati astragali di pecore, capre, vitelli o cani, o in alternativa in avorio, che i giocatori lanciavano in aria. Di questa categoria di giochi c'era una versione basata solo sulla fortuna, in cui ad ogni lato dell'astragalo veniva attribuito un valore numerico e si sommavano i risultati ottenuti.C'era il tiro a sorte, da 2 a 4 giocatori, in cui si lanciavano 4 astragali alla volta e si potevano ottenere punti anche grazie alle combinazioni realizzate sulle facce degli astragali; ad esempio 4 facce uguali. Con gli astragali si praticava anche un gioco di destrezza, in cui bisognava afferrarne al volo il maggior numero possibile.

Esisteva anche la variante della Pentelitha, la quale era giocata soprattutto dalle ragazze.

Si mettevano 5 astragali sul palmo della mano, si lanciavano in alto e il giocatore ruotava rapidamente la mano per farli cadere e rimanere sul dorso. Se qualche astragalo cadeva per terra, bisognava raccoglierlo con le dita senza far cadere quelli già presi.

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