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Il Concetto di Atomo nella Grecia antica: l’intuizione invisibile che anticipò la chimica moderna

Oggi l’atomo è il mattoncino fondamentale della materia, ben definito dalla fisica e dalla chimica. Ma questa parola, “átomos”, nasce molto prima della scoperta dell’elettrone o della tavola periodica: nasce nell’Antica Grecia, come una geniale intuizione filosofica, priva di prove sperimentali, ma incredibilmente vicina a certe verità moderne.

Il merito va soprattutto a Democrito di Abdera (V sec. a.C.), il “filosofo che rideva”, considerato da molti il padre dimenticato della chimica. La sua visione del mondo, insieme a quella del maestro Leucippo, ha attraversato i secoli come un’eco lontana, prima ignorata, poi riscoperta in piena età moderna.



L’idea rivoluzionaria: indivisibilità e vuoto

Democrito propose che tutta la realtà fosse composta da minuscole particelle indivisibili (á-tomos, “che non si può tagliare”), eternamente in movimento nel vuoto.

“Nulla esiste tranne gli atomi e il vuoto. Tutto il resto è opinione.”Democrito

Questa frase, riportata da Diogene Laerzio, racchiude un’intera cosmologia. Gli atomi differivano per forma, ordine e posizione, ma non per qualità: erano tutti fatti della stessa sostanza. Così, secondo Democrito, anche l’anima, il pensiero e le emozioni erano composte di atomi sottili e mobili.



In anticipo sui tempi: una chimica “senza provette”

Va detto: Democrito non fece esperimenti. La sua teoria era dedotta logicamente: se dividiamo la materia all’infinito, deve esistere un limite, una particella non ulteriormente divisibile. Ma l’audacia della sua visione lo pone in una posizione unica nella storia della scienza.

“La teoria atomica di Democrito è un esempio sorprendente di come la pura riflessione possa avvicinarsi alla verità.” – Bertrand Russell, “Storia della filosofia occidentale”

Molte idee moderne sembrano già presenti in forma embrionale:

  • L’invisibilità degli atomi.

  • La loro eterna indistruttibilità.

  • La spiegazione dei fenomeni naturali come interazioni tra atomi.

Non a caso, nel XIX secolo, John Dalton, fondatore della chimica atomica moderna, riconobbe in Democrito un precursore ideale.



Il mondo senza qualità: una scienza senza sensi

Un tratto distintivo della dottrina atomica greca era il rifiuto delle qualità sensibili (caldo, freddo, colore, sapore) come reali. Queste, per Democrito, erano illusioni soggettive generate dalla disposizione e dal movimento degli atomi.

“Per convenzione il dolce, per convenzione l’amaro; in realtà, solo atomi e vuoto.” – Democrito

Una visione radicalmente meccanicistica, lontana dalla filosofia di Platone o Aristotele, i quali credevano che le qualità sensibili fossero parte della natura stessa. È forse anche per questo che l’atomismo fu emarginato per secoli: era troppo “moderno” per il pensiero greco dominante.



L’oblio dell’atomismo: da Aristotele al Medioevo

Aristotele rigettò l’atomismo, sostenendo che la materia fosse continua e infinitamente divisibile. La sua teoria dei quattro elementi (fuoco, aria, acqua, terra) e delle quattro qualità (caldo, freddo, secco, umido) divenne dominante.

“La natura non tollera il vuoto.” – Aristotele

Con questa frase, Aristotele chiuse la porta al vuoto atomico. E poiché la sua filosofia fu adottata dal cristianesimo medievale, l’atomismo venne messo da parte per oltre mille anni. Solo grazie agli epicurei, e in particolare a Lucreziocon il suo poema De Rerum Natura, la teoria sopravvisse in forma poetica e marginale.



La rinascita atomica nell’età moderna

Nel XVII secolo, pensatori come Galileo, Boyle e Newton riscoprirono l’idea atomica, dando il via a una visione corpuscolare della materia. Il salto definitivo avvenne nell’Ottocento con Dalton, che formulò la prima teoria atomica scientifica basata su prove chimiche: pesi atomici, combinazioni costanti, reazioni bilanciate.

Da lì, il cammino fu rapido: scoperta dell’elettrone (Thomson), modello nucleare (Rutherford), modello quantistico (Bohr), fino alla tavola periodica di Mendeleev, che diede ordine e senso al mondo atomico.

Eppure, nel cuore di tutto ciò, resta viva l’idea di un pensatore greco di 2500 anni fa.



Il lascito di Democrito nella chimica contemporanea

Nel XX e XXI secolo, l’atomo è diventato quasi un simbolo del sapere scientifico. La chimica lo studia, lo manipola, lo rompe. Le scoperte sui legami chimici, gli orbitali, le reazioni nucleari, i materiali sintetici: tutto parte da quell’idea invisibile di unità indivisibili.

“Democrito vide l’invisibile con l’occhio della mente. Noi, con i nostri microscopi, non facciamo che seguirne l’intuizione.” – Linus Pauling

Democrito non conosceva i protoni o gli isotopi, ma la sua idea resiste: la materia non è continua, ma fatta di particelle discrete. Il suo atomismo era una filosofia, ma anche una premessa alla chimica moderna.



Democrito non era un chimico, né uno scienziato come li intendiamo oggi. Eppure, la sua visione atomistica anticipò uno dei concetti centrali della scienza moderna. Nella Grecia antica, il pensiero filosofico era già capace di toccare – senza strumenti, ma con ragione e immaginazione – le fondamenta ultime della realtà.

Il suo insegnamento è che la scienza non nasce solo nei laboratori, ma anche nelle idee audaci, capaci di sfidare il senso comune. E tra tutte le idee nate lungo le rive dell’Egeo, quella degli atomi è forse la più duratura.

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