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  • Immagine del redattoreFrancesco Calvi

GIOCHI DA TAVOLO: Dadi e Azzardo

Editoriale

di Armando Di Bucchianico

Giunti dunque al quinto ed ultimo appuntamento del nostro viaggio con cadenza settimanale capitanato dall'autore e critico ludico Francesco Calvi che, ogni venerdì, si è interrogato sul rapporto che lega Antica Grecia e Giochi da Tavolo. Per concludere alla grande, oggi si parla dell'avvento del dado e dell'azzardo nel gioco.


I Greci avevano una grande passione per i giochi d'azzardo, i quali venivano praticati principalmente tramite l'uso dei dadi. Questo strumento di gioco era chiamato kubeìa. I Greci credevano che la fortuna e gli dei potessero influenzare la casualità, e durante i giochi d'azzardo scommettevano beni personali.


I giochi d’azzardo erano numerosi e largamente praticati, nonostante fossero vietati per motivi di ordine pubblico. In Grecia c’erano perfino dei luoghi di ritrovo per giocare d'azzardo: come il tempio di Atena a Skira, presso la fontana di Pirene a Corinto, ed anche presso le bettole dopo gli orari serali di chiusura. I giochi d'azzardo più diffusi si praticavano usando i dadi, o alcune volte   gli astragali di animali (piccoli ossicini di forma cuboidale presenti negli arti inferiori dei quadrupedi).

Secondo Sofocle fu Palamede a inventare i dadi. Mentre secondo Erodoto furono inventati dagli abitanti della Lidia ai tempi di Re Atys. Ma in realtà dei dadi rituali di divinazione, fatti con astragali e marcati sulle quattro facce, erano già in uso nella preistoria; mentre I dadi a 6 facce, risalenti al 2.000 AC, sono stati trovati in Egitto. I dadi nell'antica Grecia erano solitamente fatti d’osso, d'avorio, o legno, ma vi erano esemplari anche in terracotta, argento, bronzo, piombo o cristallo. Su ciascuna delle sei facce avevano segnato un diverso numero.

Oltre ai dadi a sei facce, c'erano anche dadi a quattro facce, derivanti dagli astragali.

C'erano dadi che avevano lo stesso numero su due facce diverse, dadi con puntini, dadi con cerchietti e anche dadi figurati.

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