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  • Immagine del redattoreFrancesco Calvi

GIOCHI DA TAVOLO: il ruolo nella società e i reperti storici trovati

Editoriale

di Armando Di Bucchianico

Inizia oggi la rubrica settimanale curata dall'autore e critico ludico Francesco Calvi che ogni venerdì si interrogherà sul rapporto tra Antica Grecia e Giochi da Tavolo.


In alcuni siti archeologici sono stati trovati molti tavolieri da gioco, sia in legno che in pietra, anche di grandi dimensioni (oltre il metro di lunghezza); ma spesso riguardano giochi a noi sconosciuti, di cui non sono stati tramandati i regolamenti.

Però in base alle testimonianze e ai reperti completi, sappiamo che per alcuni aspetti, i loro giochi non erano così diversi da quelli attuali.


I giochi da tavolo venivano praticati da tutte le classi sociali, sia dai bambini che dagli adulti. Gli antichi Greci infatti attribuivano ai giochi un grande valore sociale, educativo, agonistico e religioso. L'importanza sociale era data dalla possibilità di riunirsi insieme ad altre persone, dato che la maggior parte dei giochi erano per due o più giocatori. Alcuni giochi venivano utilizzati  per insegnare ai bambini a parlare, come un gioco sul dibattito in cui bisognava farsi a vicenda delle domande e dare delle risposte. L'importanza agonistica era data dal fatto che non si giocasse solo per divertimento o passare il tempo, ma con l'obiettivo di prevalere sull'avversario, per bravura nei giochi di abilità o per fortuna nei giochi di casualità.Inoltre alcuni componenti come gli astragali di animali (piccoli ossicini di forma cuboidale presenti nelle zampe posteriori dei quadrupedi), oppure i dadi, venivano utilizzati anche a scopo divinatorio, per cercare di predirre degli eventi.

L'anfora attica a figure nere di Exekias, conservata presso i musei Vaticani, è probabilmente l'opera artistica più famosa dell'Antica Grecia in cui sia presente un gioco da tavolo. Raffigura Achille e Aiace mentre passano del tempo libero durante la guerra di Troia, seduti l'uno di fronte l'altro, a giocare con un tavoliere. La teoria più accreditata è che stessero facendo un gioco con i dadi inventato da Palamede. Nella raffigurazione sembra che entrambi stiano muovendo degli oggetti sul tavoliere, e dalla bocca esclamano i numeri 4 e 3, probabilmente i risultati ottenuti sui dadi.

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