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Risultati di Ricerca

101 risultati trovati con una ricerca vuota

  • Le Argonautiche e lo Hobbit

    Un aspetto centrale della mitologia classica riguarda la formazione di gruppi di compagni che compiono imprese di svariato genere, spesso volute dagli dei o comunque causate dai loro desideri o “capricci”. Per esempio, i viaggi di Odisseo nell’Odissea sono in gran parte svolti dall’eroe assieme ad una compagnia, il suo equipaggio; ma la “compagnia” più famosa è di certo quella capitanata dall’eroe Giasone, che parte alla ricerca del mitico Vello d’Oro della Colchide. Viaggio voluto da Era, e caratterizzato da un vero e proprio “team all star” di eroi, tra cui Eracle, Laerte, Orfeo, Castore e Polluce. Tra varie vicissitudini, anche tragici, e scontri con esseri mitologici e fantastici, l’eroe porterà a termine la sua impresa.

  • Sentieri Tolkieniani 2025

    Sabato 15 e domenica 16 giugno 2024 si terrà la dodicesima edizione di SENTIERI TOLKIENIANI, nel meraviglioso parco del Castello di Macello (TO), con i patrocini del Ministero della Cultura, della Regione Piemonte e del Comune Di Macello. Dalla prima edizione nel 2008, le tematiche di fondo della manifestazione sono rappresentate dal pensiero e dalle opere del professor J.R.R. Tolkien, autore di Il Signore Degli Anelli e Lo Hobbit, opere che verranno discusse durante conferenze e dibattiti, in presenza di esperti cultori e appassionati conoscitori dell’universo tolkieniano. Da quest’anno Sentieri Tolkieniani  è anche divenuta partner ufficiale del network neosellen, collaborazione concretizzatasi grazie anche alla rubrica curata da Pierluigi Cuccitto , in uscita ogni lunedì, che intende focalizzarsi sulla relazione che lega Tolkien al mondo classico. Per consolidare la collaborazione, il presidente dell’associazione tolkieniana Andrea Giliberto ha invitato neosellen a partecipare al raduno fantasy più grande d’Italia, nel quale Armando Di Bucchianico, assieme a Pierluigi Ciccitto terrà una conferenza dedicata al rapporto che lega la cultura e la letteratura greca classica alla Terra di Mezzo. Vi aspettiamo dunque numerosi presso il suggestivo parco del Castello di Macello, a pochi passi da Pinerolo, per parlare di Tolkien, di letteratura fantasy e, come sempre, di antica grecia.

  • Achille e Tuor: la consegna delle armi all'eroe

    Un aspetto intrigante e poco esplorato delle opere di Tolkien è il rapporto con i poemi omerici, che Tolkien lesse per i suoi studi, e che troviamo nelle sue opere soprattutto nel mondo del Silmarillion.

  • Tolkien e Sofocle: da Edipo a Tùrin

    Uno dei legami più evidenti tra Tolkien e il mondo Classico lo si ritrova in una delle grandi vicende del Silmarillion: Tùrin Turambar, l’eroe umano la cui famiglia è maledetta dall’Oscuro Signore Morgoth. Tutte le azioni di Tùrin si ritorcono contro di lui, e ogni sua scelta lo conduce ad un destino che pare “preparato”, benchè egli ci metta molto del suo per finirci dentro. Questa ineluttabilità del destino mostra i legami evidenti con la grande opera di Sofocle, l’Edipo Re: Edipo, secondo un oracolo, avrebbe dovuto uccidere il proprio padre e giacere con la propria madre. Abbandona la sua città, perché crede che i genitori con cui vive siano davvero i suoi.. per poi arrivare nella città dei suoi veri genitori, salvare la città dalla Sfinge e realizzare il destino che aveva tentato di sfuggire.

  • Tolkien e il Complesso di Atlantide

    Nùmenor e Atlantide Tra le tante vicende della grande epopea Tolkieniana, una delle più importanti, e solo di recente nota al grande pubblico grazie alla serie TV Gli Anelli del Potere, è indubbiamente quella della grande isola di Nùmenor, il regno ricchissimo e glorioso degli Uomini che va in rovina a causa del desiderio di immortalità. Ebbene, questa vicenda ha grandi legami con il mondo classico, perché è da Tolkien stesso collegata ad una leggenda raccontata da Platone: Atlantide, la grande civiltà dell’epoca mitologica che dominava tutto il mondo conosciuto e che poi, secondo ciò che racconta Platone nel Timeo e nel Crizia, cadde in decadenza e venne sconfitta dagli Ateniesi. La vicenda di Nùmenor è una rielaborazione affascinante di quel mito.

  • StarWars & Omero: il Viaggio dell'Eroe

    Oggi, 4 maggio, è in tutto il mondo lo Star Wars Day, giornata dedicata alla saga sci-fi da molti ritenuta tra le più innovative al mondo. Ma davvero quest’ultima merita di essere considerata tale? Tra le caratteristiche più innovative portate da George Lucas sul grande schermo nel 1977, troviamo l’adattamento su pellicola del viaggio dell’eroe: una tecnica narrativa oggi molto diffusa in contesti cinematografici e teatrali. Ma in cosa consiste? E da dove proviene questa tecnica? Il Viaggio dell'Eroe Il viaggio dell’eroe è una struttura narrativa molto utilizzata nell’ambito della scrittura creativa, teorizzata nel saggio “Il viaggio dell’eroe” di Christopher Vogler. Si tratta di un modello rintracciabile principalmente nel cinema di origine statunitense, che, una volta compreso, consente facilmente di individuarne gli elementi principali in gran parte delle narrazioni più apprezzate e conosciute, a partire dai racconti mitologici, passando per Shakespeare fino a giungere alle saghe dei fumetti contemporanei. Vogler stesso nel suo libro consiglia la lettura di “L’eroe dai mille volti” di Joseph Campbell, grande studioso dei miti, testo al quale si è largamente ispirato nel delineare le sue teorie. Campbell infatti, grazie ai suoi studi approfonditi, ha potuto notare che nei miti fondativi di culture lontane e diverse fra loro si potevano rintracciare le stesse strutture narrative, probabilmente la fonte del loro carattere di universalità. Il Viaggio di Luke Skywalker È possibile suddividere il viaggio dell’eroe della saga di Guerre Stellari in una struttura articolata in 12 fasi: Il mondo ordinario La chiamata all’avventura Il rifiuto della chiamata L’incontro con il mentore Il superamento della prima soglia Le prove, gli alleati, i nemici L’avvicinamento alla caverna più profonda La prova centrale La ricompensa La via del ritorno La resurrezione Il ritorno con l’elisir Se si esegue un’attenta analisi della trama del primo film del franchise firmato George Lucas, s’intuisce subito il palese utilizzo di questa tecnica narrativa. Ma chi è stato il primo a sviluppare ed utilizzare la struttura precedentemente riportata? Il Nostos di Odisseo Sebbene sia possibile ritrovare un rudimentale viaggio dell’eroe nel primo poema epico della storia, ovvero nell’opera sumerica con protagonista Gilgamesh, la sequenza consolidata arrivata a noi oggi ha avuto il suo primo utilizzo nei cicli omerici. Tra tutti spicca l’Odissea, nella quale è possibile rinvenire palesi transizioni tra le principali fasi della suddetta struttura: Viene introdotta la figura del mentore (rappresentato dalla Dea Atena); viene fortificato il ruolo della prova centrale. Oggi, giornata dedicata alla saga di Star Wars, indirettamente ci avviciniamo anche ad un passato lontano lontano, ma che è molto più presente di quanto possiamo immaginare. Che la forza sia con voi!

  • Gige e Sauron: un legame intenso

    L’Anello del Potere, la massima espressione della potenza di Sauron e oggetto chiave del Signore degli Anelli, da molti è inteso essere ispirato all’Anello dei Nibelunghi della saga nordica. Ma è davvero così?

  • Dagli Specchi di Archimede al Futuro Rinnovabile: La Storia dell’Energia Solare Concentrata

    Oggi parliamo spesso di energie rinnovabili, transizione ecologica, riduzione delle emissioni e innovazione sostenibile. Eppure, ciò che a prima vista sembra un tema ultramoderno affonda le sue radici nell’antichità più remota , quando un genio del pensiero e della scienza – Archimede – avrebbe sfruttato i raggi del sole per incendiare le navi nemiche. Quella che per molti è solo una leggenda — quella degli specchi ustori — rappresenta in realtà l’inizio simbolico di una lunga storia : quella dell’ energia solare concentrata , una tecnologia che, nel tempo, si è trasformata da mito a risorsa concreta per il futuro del pianeta. Archimede e il potere del sole Secondo la tradizione, durante l’assedio di Siracusa da parte dei Romani (213-212 a.C.), Archimede , matematico e inventore tra i più straordinari della storia, ideò un sistema di specchi concavi in bronzo o lucidi scudi di rame lucidati per riflettere e concentrare i raggi solari contro le vele e gli scafi delle navi nemiche, incendiandole . Lo fece dal porto di Siracusa, nel sud della Sicilia, sfruttando la potenza del sole con un’intuizione tanto visionaria quanto suggestiva. Oggi, molti storici e scienziati ritengono che la storia sia in gran parte mitica , anche se esperimenti moderni — come quelli condotti dal MIT e dalla televisione americana MythBusters — hanno dimostrato che, in teoria , un tale sistema avrebbe potuto funzionare… con difficoltà, ma senza essere impossibile. Che sia leggenda o realtà, l’importanza dell’aneddoto resta intatta: Archimede fu il primo a immaginare e tentare l’uso pratico dei raggi solari concentrati , aprendo la strada a una linea di pensiero che avrebbe influenzato la scienza per secoli. Il principio del “fuoco”: tra specchi, parabole e lenti Chiunque abbia maneggiato una lente di ingrandimento sotto il sole conosce l’effetto sorprendente: in un punto preciso si concentra la luce e, se ci si mette un foglio di carta, si può scatenare una combustione. Quel punto si chiama fuoco : un termine che ha attraversato la matematica, l’ottica e l’astronomia. Lo stesso principio si applica ai moderni specchi parabolici , quelli che oggi troviamo anche nei nostri balconi come antenne satellitari . La geometria parabolica ha la caratteristica di concentrare tutta l’energia raccolta su un solo punto , aumentando intensità e temperatura. È questo il concetto alla base dell’ energia solare concentrata (CSP – Concentrated Solar Power) . Dal XIX secolo a oggi: Mouchot e i primi prototipi Bisognerà aspettare molti secoli dopo Archimede perché qualcuno torni seriamente a esplorare il potenziale della luce solare concentrata. Nel XIX secolo , l’ingegnere francese Augustin Mouchot progettò e costruì il primo collettore solare parabolico della storia moderna. Era convinto che un giorno il carbone sarebbe diventato troppo costoso o insufficiente , e che il sole avrebbe potuto rappresentare un’alternativa sostenibile. Nel 1878, Mouchot presentò la sua macchina a energia solare all’ Esposizione Universale di Parigi , impressionando persino l’Imperatore Napoleone III . La sua visione era rivoluzionaria, ma l’economia del tempo, ancora dipendente dal carbone e priva di interesse per le energie alternative, ne ostacolò la diffusione. Energia solare concentrata nel XXI secolo Oggi, le cose sono cambiate. La tecnologia CSP ha fatto passi da gigante ed è diventata una componente importante del mix energetico rinnovabile mondiale . Nel 2021 , la capacità installata globale di impianti CSP era pari a 6,8 gigawatt . Nel 2023 , ha raggiunto quota 8,1 GW , con nuovi progetti in via di costruzione in Cina e negli Emirati Arabi Uniti (Dubai in particolare). Secondo il National Renewable Energy Laboratory (NREL) degli Stati Uniti, sono operativi 6,6 GW, con altri 1,5 GW in costruzione . Questi impianti non si limitano a produrre elettricità: possono anche immagazzinare energia termica , rendendoli estremamente utili per coprire i picchi di consumo o garantire continuità energetica anche durante la notte — cosa non sempre possibile con il fotovoltaico tradizionale. Dallo specchio ustorio alla rete elettrica: un viaggio millenario In fondo, l’intuizione di Archimede non è mai scomparsa . Si è evoluta, ha superato limiti tecnologici, ha attraversato secoli di scetticismo e ha trovato oggi una nuova legittimazione . I moderni impianti CSP non usano più specchi tenuti a mano dai soldati, ma enormi parabole e torri solari , capaci di riscaldare sali fusi o fluidi speciali per alimentare turbine e produrre energia pulita su larga scala. L’idea è la stessa: concentrare la luce, moltiplicarne la forza, trasformarla in calore e, quindi, in energia. Energia antica per un futuro sostenibile In un’epoca in cui il mondo si confronta con crisi climatiche, emergenze ambientali e instabilità energetica , tornare a riflettere su fonti come il sole — abbondante, gratuito e universale — non è solo un’opzione, è una necessità . E c’è qualcosa di poeticamente perfetto nel sapere che la via per un futuro sostenibile potrebbe essere iniziata 2200 anni fa , nel porto di Siracusa, grazie a un uomo che guardava il sole non con paura, ma con curiosità e visione scientifica . Da Archimede a oggi , l’energia solare concentrata racconta una lunga storia di ingegno, perseveranza e innovazione . Una storia che ci insegna che le idee più potenti non si spengono mai , ma attendono il momento giusto — e la tecnologia giusta — per tornare a brillare.

  • GIOCHI DA TAVOLO e ANTICA GRECIA

    Il Ruolo nella Società e i Reperti Storici Trovati In alcuni siti archeologici sono stati trovati molti tavolieri da gioco, sia in legno che in pietra, anche di grandi dimensioni (oltre il metro di lunghezza); ma spesso riguardano giochi a noi sconosciuti, di cui non sono stati tramandati i regolamenti.

  • Report AGE24

    Giovedi 14 marzo, in occasione del π day, si è svolto l'evento AGE (Ancient Greek Event) presso il Liceo Maior di Pescara, coordinato da Neosellen, articolato in un convegno, una Gallery e una Exhibition, ed incentrato sulla bellezza della cultura greca e sul ruolo che essa ancora riveste nella società contemporanea. Il CONVEGNO, seguito da numerosi studenti in presenza e migliaia di persone anche online, ha visto il susseguirsi di diversi interventi che hanno sottolineato l'indiscutibile validità e persistenza oggi degli elementi, dei principi e degli archetipi della cultura classica. Primo relatore è stato il Prof. Carmine Catenacci, Prorettore dell' Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara , che, evidenziando l’importanza della giornata, ha sottolineato come la cultura contemporanea affonda le proprie radici in un “patrimonio storico straordinario e inesauribile, caratterizzato da racconti di personaggi, di dei e di immagini che derivano dalla tradizione antica”. Ha inoltre sottolineato però come i la classicità greca, a differenza della società odierna, aveva una concezione del tempo “circolare”, nell'idea che ogni progresso era considerato come qualcosa che si aggiunge al patrimonio culturale ma che allo stesso tempo ne riprende alcuni elementi. Da ciò l’importanza di sviluppare anche nelle giovani generazioni la consapevolezza storica delle differenze e allo stesso tempo dei legami con la cultura e con la lingua del passato, vista come un mezzo attraverso il quale un individuo riesce a sentirsi parte del mondo in cui opera. Il secondo intervento è stato di Armando Di Bucchianico, coordinatore di AGE e caporedattore di neosellen.com, il quale ha ribadito l’importanza della cultura greca, definita come "la più grande eredità culturale di cui oggi si può disporre e di cui la società odierna è diretta evoluzione". Ha evidenziato come tale consapevolezza sia anche alla base della nascita e dell'enorme successo della comunità digitale Neosellen  ( www.neosellen.com ), basata sulla collaborazione continua tra i partecipanti ed in cui i visitatori, oramai ben oltre i due milioni, ritrovano uno stretto legame tra la classicità greca e i propri interessi espressi nella quotidianità. D'altra parte, aggiunge il relatore, la sfida di Neosellen  nasce dal fatto che il consumo esasperato di ogni elemento del presente, che pare doversi ossessivamente rinnovarsi di continuo, in realtà ha bisogno e si alimenta, talvolta in maniera inconsapevole, proprio dal passato remoto, tramandatoci dai classici, e ciò accade in tutti i campi della cultura, anche pop, più vicine alle giovani generazioni. Tali premesse si sono collegate direttamente con gli interventi seguenti, primo tra i quali quello di Edoardo Poveromo, in arte Nido, fumettista ed esperto del mondo Marvel, che ha messo in evidenza come i supereroi e le storie dei fumetti riprendano continuamente numerose caratteristiche dagli dei e dagli eroi di età classica. Ciò accade ad esempio con Achille e Zeus, riproposti letteralmente dalla Marvel negli omonimi supereroi, fino alle successive culture mediterranee, e per finire alle saghe nordiche, esse stesse direttamente legate con l'olimpo greco, e da cui derivano direttamente altri supereroi come Thor. Il relatore pertanto esprime un personale e sentito ringraziamento alla cultura greca, che viene riproposta in chiave contemporanea in molti fumetti, sia nei personaggi che in numerose strutture narrative. La relatrice successiva è stata Giulia Panadisi, dottore di ricerca in design e motion designer, impegnata in un progetto di ricerca, dal titolo "Visualizing Humanities", che tenta di dare una traduzione grafica di alcuni capolavori della letteratura classica come l'Iliade e l'Odissea. Ciò attraverso l'information design, disciplina che favorisce la comprensione delle informazioni, riordinando in maniera visuale numeri, testi e dati, con l’obiettivo di aumentarne i livelli di comprensione e renderne la lettura e lo studio più consapevole, dinamico e coinvolgente, anche con una visione trasversale di testi dalla struttura complessa e articolata. La ricerca descritta si struttura dunque attraverso un processo articolato in quattro fasi: lettura critica del testo (per comprendere i livelli e gli elementi essenziali della narrazione), costituzione di un database (per sistematizzare i dati raccolti), disegno (per una prima rappresentazione dei dati) e visual design (per la graficizzazione finale). La relazione successiva, a due voci, è stata di Francesco Calvi, youtuber, e Flavio De Leonardis, content creator, che si sono focalizzati sul mondo dei giochi da tavolo, evidenziando con numerosi esempi come oggi sia possibile giocare ai giochi da tavolo grazie agli antichi greci, primi a concepire un oggetto con il fine di divertire e intrattenere. I giochi da tavolo, infatti, nell’antica Grecia venivano praticati da tutte le classi sociali, avendo dunque un ruolo sociale, educativo, ludico e competitivo. Non molto differenti dai giochi odierni per materiali e regolamenti, i giochi erano sostanzialmente giochi di riflessione (ovvero di simulazione e strategia, anche a fini bellici), di destrezza e di fortuna. In quest'ultimo caso, laddove prevedevano l’azzardo (tradotto dall’arabo come “dado”), derivando la loro origine dalla divinizzazione (i dadi, infatti, servivano per predire eventi futuri), vennero introdotte alcune regole di gioco, valide ancora oggi: rendersi conto che si mette in palio qualcosa di valore; una volta fatta una scommessa, non ci si può tirare più indietro; il risultato dipende dal caso. L'ultimo intervento è stato di Nicolas Gentile, fondatore, animatore e "Hobbit" della "Contea Gentile", il quale, evidenziando il legame diretto tra "Il Signore degli Anelli" di Tolkien e "Il mito dell'anello di Gige" di Platone, ha esteso la riflessione al senso di onnipotenza che deriva dal sentirsi invisibili, spiegando così anche gli attuali fenomeni sociali negativi del revenge porn e del cyberbullismo. Accanto al convegno l'evento AGE comprendeva anche una GALLERY, ovvero l'esposizione di una selezione di 30 disegni realizzati dagli alunni della scuola media e liceo Maior sul tema di AGE, ai quali si sono aggiunte 4 opere dei fumettisti Fabrizio Pluc Di Nicola ("Aristotele, Shining e la Politicità Umana"), Antonio Tauro Silvestri ("Gige e Gollum"), Tonio Vinci ("Stereotipi") e Yuri Dovadola ("Pandora e gli stereotipi di genere"), che hanno interpretato in chiave fumettistica le relazioni tra greco antico e cultura contemporanea. Infine, a fare da cornice all'evento, una EXHIBITION cui hanno partecipato Neosellen , il Liceo Maior  di Pescara, il Dipartimento Dilass  dell'Università di Chieti-Pescara, l'agenzia di viaggi " I Viaggi di AL ", la Scuola Internazionale Comics di Pescara .

  • Fidia arriva a Roma: la nuova mostra temporanea ai Musei Capitolini

    La mostra “Fidia” ai Musei Capitolini di Roma, ospitata presso Villa Caffarelli, rappresenta un evento culturale di straordinaria importanza. Inaugurata il 24 novembre 2023 e prorogata fino al 9 giugno 2024, questa esposizione monografica è la prima dedicata al celebre scultore greco dell’età classica, noto per opere monumentali come l’Atena Parthenos e lo Zeus di Olimpia . Un Viaggio nell’Arte di Fidia La mostra si articola in sei sezioni tematiche che guidano il visitatore attraverso la vita e l’opera di Fidia: Il Ritratto di Fidia : esplora le rappresentazioni dell’artista e le testimonianze storiche sulla sua figura. L’Età di Fidia : contestualizza l’opera di Fidia nel periodo storico e culturale dell’Atene di Pericle. Il Partenone e l’Atena Parthenos : analizza le celebri opere realizzate per l’Acropoli di Atene. Fidia fuori da Atene : esamina le commissioni e le influenze dell’artista al di fuori della capitale ateniese. L’Eredità di Fidia : illustra l’impatto duraturo delle sue opere sull’arte successiva. Opus Phidiae: Fidia oltre la fine del mondo antico : tratta la riscoperta e l’interpretazione dell’opera di Fidia nel corso dei secoli. Opere in Mostra La mostra presenta oltre 100 opere, tra reperti archeologici, originali greci e repliche romane, dipinti, manoscritti e disegni, alcuni dei quali esposti al pubblico per la prima volta. Tra le opere più significative vi sono frammenti del fregio del Partenone, l’Amazzone ferita e la Testa di Atena Lemnia. Queste opere provengono da prestigiosi musei internazionali, tra cui il British Museum di Londra, il Museo dell’Acropoli di Atene, il Metropolitan Museum of Art di New York, i Musei Vaticani e il Museo del Louvre di Parigi . Un’Esperienza Multisensoriale Oltre alla ricca collezione di opere, la mostra offre un’esperienza immersiva grazie a installazioni multimediali e contenuti digitali che arricchiscono la comprensione dell’opera di Fidia e del contesto storico in cui visse. Questa combinazione di arte e tecnologia permette ai visitatori di approfondire la conoscenza dell’artista e di apprezzare la sua maestria nella scultura. Informazioni Pratiche Luogo : Musei Capitolini – Villa Caffarelli, Roma Date : dal 24 novembre 2023 al 9 giugno 2024 Orari : tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura) Biglietti : disponibili online e presso la biglietteria dei Musei Capitolini Per ulteriori informazioni e per l’acquisto dei biglietti, è possibile visitare il sito ufficiale dei Musei Capitolini: www.museicapitolini.org . La mostra “Fidia” offre un’opportunità unica per esplorare l’opera di uno dei più grandi scultori dell’antichità e per comprendere l’influenza duratura della sua arte sulla cultura occidentale. Un appuntamento imperdibile per appassionati di arte, storia e archeologia.

  • Dalla Grotta di Betlemme al Monte Idi: Le Radici Greche del Natale

    Il Natale è, per la maggior parte del mondo cristiano, la festa più importante dell’anno . Non solo per il significato religioso — la nascita di Gesù Cristo, il “figlio di Dio” venuto a portare la luce nel mondo — ma anche per il carico simbolico, emotivo e culturale che la accompagna. Luci, alberi, doni, canti, riti. Ma vi siete mai chiesti da dove nasca davvero il Natale? La risposta, sorprendentemente, ci porta molto più indietro nel tempo , fino ad arrivare all’antica Grecia, ai culti misterici e ai riti del solstizio d’inverno. Natale: una celebrazione “recente” Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il Natale non è una festività dei primi tempi del Cristianesimo . Nei primi tre secoli, i cristiani non festeggiavano la nascita di Cristo . Anzi, nel contesto biblico e liturgico dell’epoca, la nascita non era motivo di commemorazione: si celebravano le morti , soprattutto quelle dei martiri e dei santi, considerati testimoni supremi della fede. Il giorno della loro morte era visto come il vero “giorno della nascita”, inteso come rinascita spirituale nel Regno di Dio. Il Natale comincia ad essere ufficialmente celebrato solo nel IV secolo d.C. , quando Papa Giulio I stabilisce la data del 25 dicembre . Una scelta che non fu casuale. Il 25 dicembre: un giorno già sacro Il 25 dicembre era già una data celebrativa importante in molte culture pagane , in particolare per i Romani, che festeggiavano il Dies Natalis Solis Invicti , ovvero il “giorno di nascita del Sole Invitto”. Era il solstizio d’inverno , il momento in cui le giornate tornano lentamente ad allungarsi, il buio cede il passo alla luce: un simbolismo fortissimo, legato alla rinascita del sole . Molti popoli antichi divinizzavano il Sole , considerandolo un dio che moriva e rinasceva ciclicamente. Nella religione cristiana, Cristo viene identificato come il “Sole di giustizia” , colui che porta luce nelle tenebre, salvezza nel caos. È proprio in questa chiave che si inserisce il Natale: una sovrapposizione simbolica tra la nascita del Salvatore e il ritorno del Sole. Apollo: il Sole della Grecia In Grecia antica , la divinità che più chiaramente rappresentava il sole era Apollo , dio della luce, della musica, della profezia e della verità. Spesso raffigurato su un carro dorato trainato da cavalli , Apollo attraversava il cielo ogni giorno, portando la luce al mondo. In lui, possiamo già leggere una delle immagini archetipiche del Cristo solare , figura che risplende nel buio dell’ignoranza e guida gli uomini verso la salvezza spirituale. Non è un caso che molti affreschi paleocristiani delle catacombe romane raffigurino Cristo con sembianze apollinee , con i raggi del sole attorno alla testa, su un carro celeste. Il sincretismo tra antica religione greco-romana e cristianesimo era già in atto. Dioniso: il Bambino Divino Ancora più sorprendente è la somiglianza tra la figura di Gesù bambino e quella di Dioniso , il dio del vino, della rinascita e della liberazione spirituale. Durante il solstizio d’inverno, anche in Grecia si celebrava la nascita di Dioniso , chiamato “il Salvatore” e “il Bambino Divino” , proprio come Gesù. Secondo alcune versioni del mito, Dioniso nasce da Semele , una vergine, o meglio, una mortale che concepisce il dio per volontà divina. Nella versione orfica del mito — più misterica e simbolica — Zeus, dopo aver raccolto i resti del suo figlio Zagreo , generato da Persefone e ucciso dai Titani, cucina il suo cuore e lo fa bere a Semele . Da questo atto di trasmissione divina, nasce nuovamente Dioniso, dotato di due corna , e considerato una reincarnazione del primo Zagreo . Il luogo della nascita? Una grotta sulla montagna cretese di Idi . Sì, proprio come Gesù nasce in una grotta a Betlemme , anche Dioniso nasce in una cavità naturale, simbolo di passaggio, trasformazione e rivelazione. “Dioniso è risorto!” Il mito racconta che, alla nascita di Dioniso, le sacerdotesse lo prendono e lo portano in cima alla montagna , piangendo di gioia e gridando: “Dioniso è rinato! Dioniso vive!” Un’esclamazione che ricorda in maniera impressionante il grido della Resurrezione cristiana : “Cristo è risorto!” Non finisce qui: in un’ epigrafe antica dedicata a Dioniso , si legge la frase: “Sono io che ti proteggo e ti guido, io sono l’alfa e l’omega.” Un’espressione che oggi attribuiamo esclusivamente a Cristo, riportata nel libro dell’Apocalisse. Eppure, anche in questo caso, si tratta di una formula già presente nei culti greci misterici , a testimonianza del legame profondo e antico tra religioni e simbolismi. Un patrimonio di simboli condivisi Queste somiglianze non devono portare a conclusioni semplicistiche o a teorie complottistiche, ma ci offrono uno spunto prezioso di riflessione : la spiritualità umana si muove spesso attraverso simboli comuni , riti che si trasformano, divinità che cambiano nome ma mantengono significati profondi. L’idea del dio che nasce da una vergine, che porta la luce, che muore e risorge , è un archetipo universale , presente in molte culture e religioni. Natale: la memoria della luce Oggi, quando accendiamo le luci dell’albero, cantiamo inni natalizi o ci raduniamo con la famiglia, stiamo celebrando una storia molto più antica di quanto crediamo . Una storia che parla di luce nel buio , di rinascita , di speranza . Che ci venga da Betlemme o dal Monte Idi, da un bambino in fasce o da un dio con le corna, il messaggio resta lo stesso : anche nel cuore dell’inverno, la luce tornerà . E forse, proprio questa è la vera magia del Natale.

  • Frank Miller e i 25 anni di "300"

    Nel vasto panorama del fumetto mondiale, pochi nomi sono riusciti a imporsi con la forza e l’audacia di Frank Miller . Con il suo stile ruvido, ipercinetico e profondamente simbolico, Miller ha rivoluzionato il linguaggio della narrazione per immagini, lasciando un segno indelebile nella storia della nona arte . Tra le sue opere più iconiche, 300 è forse quella che più di tutte è riuscita a fondere la potenza visiva del fumetto con la grandezza del mito storico .

  • Halloween e la Festa delle Antesterie

    Dolcetto o scherzetto? Maschere da zombie, zucche intagliate, dolcetti, scherzi e costumi mostruosi: per molti, Halloween è la festa anglosassone per eccellenza, ma pochi sanno che una celebrazione molto simile esisteva già nell’antica Grecia . Si chiamava Antesterie ed era una festività ricca di simbolismi, riti misteriosi e riferimenti al mondo dei morti. Proprio come Halloween, le Antesterie rappresentavano un momento in cui il confine tra il mondo dei vivi e quello dei defunti si faceva sottile , lasciando spazio a un incontro suggestivo tra i due mondi. Vediamo allora come, secoli prima che i bambini americani si travestissero da fantasmi, gli ateniesi antichi già giocavano con la paura e con gli spiriti … ma con un tocco di vino in più! Le Antesterie: la “festa dei morti” dell’antica Atene Le Antesterie erano una festa religiosa ateniese celebrata tra febbraio e marzo, dedicata a Dioniso , dio del vino, del caos e della rinascita. La festa durava tre giorni e, pur essendo un momento di rinnovamento della natura e delle stagioni, era anche — e forse soprattutto — un rito di contatto con l’aldilà . Come per Halloween, i morti erano i veri protagonisti della festa . Si credeva che, durante i tre giorni delle Antesterie, le anime dei defunti potessero tornare sulla Terra per visitare i luoghi dove avevano vissuto. Un’idea inquietante, certo, ma anche profondamente radicata nella spiritualità greca, che cercava un equilibrio tra paura e rispetto. Primo giorno: Pithoigìa Il vino per i vivi… e per i morti La festa cominciava con la Pithoigìa , ovvero l’“apertura delle anfore”. I grandi vasi di argilla (i pithoi ) venivano scoperchiati per far respirare e assaggiare il vino nuovo . Ma non era solo una celebrazione del raccolto: il vino era anche un richiamo per le anime dei morti , che — si credeva — uscivano dalle tombe attratte dal profumo del nettare di Dioniso. Tutti, schiavi compresi , potevano bere durante questo giorno. Era una temporanea sospensione delle barriere sociali , come spesso accade nelle grandi feste religiose, dove la gerarchia cede il passo alla condivisione. Secondo giorno: Choes Maschere, scherzi e processioni Il secondo giorno, chiamato Choes , era il più spettacolare e somigliava molto al nostro Halloween. Le strade di Atene si riempivano di gente mascherata , si tenevano processioni sacre , e i cittadini si scambiavano scherzi e battute dai carri. Il confine tra sacro e profano, tra festa e paura, diventava sottile. Per tenere lontani gli spiriti più ostili, le case venivano addobbate con piante, pece e incensi , proprio come oggi addobbiamo le nostre case con zucche, scheletri e candele. Le donne preparavano dolci focacce rituali da offrire ai morti, per placare la loro sete di vendetta o nostalgia. E prima che la giornata finisse, i vivi si assicuravano che gli spiriti se ne andassero davvero. Al grido di “θύραζε κῆρες, οὐκ ἔνι Ἀνθεστήρια!” (“Andatevene, spiriti, le Antesterie sono finite!”), si chiudeva simbolicamente il portale tra i due mondi. Terzo giorno: Chytroi L’altalena e la memoria L’ultimo giorno delle Antesterie, detto Chytroi , era il più cupo e malinconico. La festa si concludeva con riti dedicati ai morti , e si commemorava la figura tragica di Erigone , figlia di Icario, che si impiccò dopo aver scoperto l’ingiusta morte del padre. Per ricordarla, le donne si dondolavano su altalene appese agli alberi , in un gesto rituale che univa il dolore alla purificazione. L’altalena, che in sé simboleggia il passaggio e la sospensione, diventava un mezzo per espiare le colpe del passato e per congedare i defunti con rispetto. Halloween e Antesterie: così lontane, così vicine Cosa ci dice tutto questo? Che Halloween non è un’invenzione moderna, e nemmeno solo un prodotto della cultura anglosassone. È parte di una tradizione millenaria che attraversa civiltà e continenti. La paura, il ricordo dei morti, la necessità di affrontare il buio con il gioco e la festa sono componenti universali dell’essere umano. Così come noi oggi ci travestiamo da mostri e fantasmi per esorcizzare le nostre paure, i greci si travestivano da spiriti per celebrare il ciclo della vita e della morte , per ridere con Dioniso, per condividere il vino, per fare pace con i loro antenati. Il bambino che bussa alla porta Quando la sera del 31 ottobre un bambino bussa alla porta travestito da mummia o da scheletro, in mano una zucca e in bocca la frase “dolcetto o scherzetto?”, probabilmente non sa nulla delle Antesterie . Non conosce Dioniso, né il mito di Erigone. Ma partecipa, senza saperlo, a un rituale antico , che collega il gioco con il ricordo, la paura con il divertimento, il passato con il presente. È solo un gioco, certo. Ma è un gioco che viene da lontano .

  • Fantasia: Disney, Beethoven e il Mito Greco

    Proseguiamo con le celebrazioni dei 100 anni della Disney affrontando un altro punto fondamentale che accomuna e fa comunicare tra loro il mondo dell'animazione e il mondo della mitologia greca (e, in questo caso specifico, anche quello musicale): ovvero l'episodio del celebre lungometraggio animato Disney's Fantasia, dedicato alla Sinfonia Sesta del Maestro Beethoven. Retrospettiva In questo episodio, come in tutti gli altri componenti questa pellicola, Disney vuole dimostrare che la musica è un linguaggio pari agli altri e che, dunque, è anch'esso traducibile, in questo caso traducibile graficamente. Anche quella volta Disney vinse la scommessa con sé stesso: paragonando la Sesta Sinfonia ad un mitico mondo dell'antica Grecia (presumibilmente l'Olimpo) con Pegasi, unicorni, cupidi, centauri, fauni e altre figure della mitologia classica. Disney costruisce anche una trama sugli spartiti del musicista: un incontro per una festa in onore di Bacco, il dio del vino, che viene interrotto da Zeus, che a sua volta crea un temporale e lancia fulmini ai partecipanti, furioso. Per la rappresentazione dei personaggi, i character-designers della Disney stilizzarono i profili e i tratti principali delle sculture greche, coniando quello che ancora oggi è noto come Stile 1 Disneyano (Disney's One, in lingua originale). Inoltre, ogni movimento di ogni elemento presente in ogni inquadratura fu perfettamente studiato, con una cura ed un'attenzione quasi maniacale, da Disney in persona; questo poiché Disney pretendeva che ogni movimento dovesse rispecchiare la natura più essenziale di ogni nota musicale scritta dal Maestro Beethoven. Conclusione Concludendo, questo è l'episodio che richiese a Disney il maggior numero di ore di lavoro per la propria realizzazione (quasi 5.000) ed è ancora oggi considerata l'opera artistica contemporanea per eccellenza quando si parla di antica Grecia, o di cinemusica.

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di Armando Di Bucchianico.

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